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Antichi mestieri salento

Gli antichi mestieri del Salento: una testimonianza di passione e tradizione

Il Salento è una regione intrisa di tradizioni e mestieri che ne hanno plasmato la storia e l'identità. Questi antichi mestieri continuano a sopravvivere nel cuore della popolazione, portando con sé storie di passione e legami profondi col territorio.

In questo articolo, scopriremo alcuni dei mestieri più caratteristici del Salento legati al territorio locale.

Paesaggi salentini: un'incantevole cornice di storia e cultura

Il territorio del Salento è caratterizzato da paesaggi mozzafiato, stradine pittoresche, spiagge sabbiose e distese di vegetazione rigogliosa.

Questo ambiente naturale ha dato vita a una serie di mestieri unici e affascinanti, legati alla lavorazione dei materiali locali e alla conservazione delle tradizioni.

Gli artigiani utilizzavano spesso ciò che la vegetazione selvaggia del territorio salentino offriva, come ad esempio le canne presenti nelle spiagge selvagge per realizzare i cesti (i cosiddetti panari).

Tuttavia, oggi molte di queste materie prime, come le canne di bambù, non possono essere sottratte dal paesaggio naturale. In passato, infatti, gli artigiani spesso coltivavano queste risorse o le ottenevano da territori appartenenti a conoscenti. Un esempio di queste aree ricche di risorse naturali è la spiaggia della Salina dei Monaci, oggi inserita in una riserva naturale denominata Salina dei Monaci.

Grazie alle ricchezze offerte dalla natura, i mestieri venivano inventati e sviluppati basandosi su ciò che il territorio offriva, preservando così la cultura e le tradizioni locali.

Antichi mestieri e legami col territorio: la lavorazione della pietra leccese

lavorazione pietra leccese
lavorazione pietra leccese

La lavorazione della pietra leccese è un esempio emblematico del legame tra i mestieri antichi e il territorio salentino, avendo lasciato un segno indelebile nell'arte e nell'architettura della regione. Tipica dei monumenti e delle costruzioni della città di Lecce e dei paesi circostanti, la pietra leccese proviene dalle numerose cave locali ed è caratterizzata dalla presenza di piccoli fossili e minerali che ne accrescono la robustezza e il fascino.

Gli scalpellini, veri e propri artisti della pietra leccese, si dedicano con passione e talento alla realizzazione di capolavori artistici e oggetti di uso comune, come camini, sculture ornamentali e elementi architettonici. In questo modo, contribuiscono attivamente alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale e delle tradizioni locali del Salento.

Altri mestieri salentini e la loro eredità

Stagninu

lu stagninu
lu stagninu

Il mestiere dello "Stagninu" era essenziale per la vita quotidiana nel Salento del passato. Lo stagnino crea e ripara diversi oggetti metallici, come grondaie, pluviali, pentole, tegami e secchi. Il suo laboratorio era un luogo di intenso lavoro, dove lo stagnino utilizzava vari strumenti come forbici, tenaglie, saldatori e incudini per trasformare la lamiera in oggetti utili per le famiglie.

Oltre agli oggetti funzionali, lo stagnino creava anche diverse opere d'arte e pezzi decorativi, come brocche, teglie e bracieri, arricchiti con ottone e decorazioni in rilievo. La produzione di questi oggetti richiedeva grande abilità e maestria, ed era molto apprezzata dalla popolazione

Conzalimmure

Conzalimmure
Conzalimmure
Il mestiere del "Conzalimmure" era fondamentale per la conservazione degli oggetti in terracotta, come vasi e cofane, che si utilizzavano nelle case salentine del passato.

Questo abile artigiano girava per il paese con i suoi attrezzi - un trapano a mano di legno, filo di ferro sottile e stucco bianco in polvere - nella sua scatola di legno e annunciava i suoi servizi con un grido distintivo. Considerato il "chirurgo" dei vasi in terracotta, il Conzalimmure esaminava attentamente ogni oggetto danneggiato per capire come poterlo riparare.



Ombrellaru

Ombrellaru
Ombrellaru
Il mestiere dell'"Ombrellaru" consisteva nella riparazione degli ombrelli, un servizio molto richiesto nel passato, quando le famiglie avevano spesso un solo ombrello per tutti i membri e le condizioni economiche non permettevano di sostituirlo facilmente. L'Ombrellaru girava per il paese con la sua attrezzatura - pinze, filo di ferro, stecche di ricambio, stoffe, aghi e filo - in una cassetta di legno su cui sedeva mentre lavorava.

Vetturinu

Il "Vetturinu" aveva il compito di guidare un veicolo chiamato "lu brecche", trainato da uno o più cavalli e adibito al trasporto di persone. Questo mestiere richiedeva abilità e resistenza, poiché il Vetturinu doveva lavorare per ore indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. Il brecche era una carrozza con due ruote piccole all'anteriori e due più grandi posteriori, che sostenevano la parte destinata ai passeggeri, protetta da un mantice di cuoio. Nella versione più lussuosa, il mantice era mobile. Il conducente, il Vetturinu, stava seduto sulla "cassetta" di guida, situata subito dietro al cavallo e al punto più alto della carrozza.

Quarnamintaru

Il "Quarnamintaru" era un esperto nel realizzare e decorare gli accessori per cavalli, come le bardature e le finimenti. Meticoloso e creativo, si dedicava alla creazione di pezzi leggeri e aderenti per i cavalli, utilizzando cuoio di alta qualità e decorazioni colorate. Sui pitturali di cuoio nero e lucido, realizzava vari motivi, come cuori, corni e nastrini multicolori.

Cazzafricciu

Il "Cazzafricciu" era un lavoratore umile che si occupava di spaccare pietre per realizzare breccioncini utilizzati nella sistemazione di viottoli e strade. Solitamente lavorava per conto di altri, senza responsabilità specifiche, e si svolgeva il suo mestiere in condizioni meteo avverse o sotto il sole cocente. Per proteggersi dal calore, indossava un fazzoletto colorato e bagnato sulla testa.

Lo Zuccature

"Lo Zuccature" era un bracciante o lavoratore agricolo che si dedicava a svolgere lavori pesanti e faticosi nei campi e nelle cave vicino al paese. Svolgeva lavori a giornata, per un numero di ore mai inferiore a otto, e si occupava di espletare ogni tipo di attività legata all'agricoltura o all'estrazione di materiale per le costruzioni delle case.

Il suo lavoro era duro e lungo, con poche pause per mangiare e bere, e il compenso era modesto. Nonostante la fatica, lo Zuccature non poteva reclamare, altrimenti sarebbe stato escluso dalle chiamate al lavoro.

Mpagghiasegge

Mpagghiasegge
Mpagghiasegge
l "Mpagghiasegge" era un artigiano specializzato nella riparazione e nella decorazione delle sedie con giunchi di paglia.

In passato, le sedie facevano parte dell'arredamento essenziale delle case e, a causa delle condizioni economiche delle famiglie, era importante prenderne cura e ripararle invece di cambiarle. Il Mpagghiasegge girava per il paese a piedi, con una bisaccia piena di giunchi di diversi colori e gli attrezzi necessari per lavorare

Uttaru

Il "Uttaru" era un artigiano specializzato nella costruzione di botti per la conservazione del vino, un mestiere poco noto ma richiedente una profonda conoscenza delle tecniche e dei materiali. I maestri più rinomati erano "li uttari gallipolini". I legni più idonei per la conservazione del vino erano il rovere e il castagno.

Per costruire le botti, lu Uttaru tagliava tronchi stagionati e li trasformava in doghe, lavorandole con l'ascia. Poi, con grande maestria, le sagomava e le incurvava in modo che, una volta unite, formassero un cerchio di legno perfettamente sigillato.

Lu Panieri

Lu Panunaru
Lu Panunaru

Lu panieri era un artigiano che realizzava oggetti di uso comune utilizzando principalmente giunchi delle paludi salentine. La sua maestria gli permetteva di creare una vasta gamma di prodotti, come ceste, panari, canisci, damigiane e sporte. Nel corso del processo, le canne venivano intrecciate in modo da creare un oggetto robusto, leggero e resistente, ideale per l'utilizzo in campo durante la raccolta delle olive e altre attività agricole.

Nelle mani esperte degli artigiani salentini, queste semplici canne di giunco si trasformavano in capolavori che racchiudevano la bellezza della tradizione e il valore del lavoro manuale.

Un tempo, la produzione di questi oggetti era molto diffusa, soprattutto ad Acquarica del Capo, dove le "spurtare" lavoravano a lungo e i loro manufatti venivano esportati in Europa e America.

Ferracavalli

Ferracavalli
Ferracavalli

Il "Ferracavalli", o maniscalco, era un esperto nel costruire e applicare gli zoccoli di ferro sui cavalli. Questo mestiere richiedeva una profonda conoscenza dell'anatomia e del comportamento degli animali. Un tempo, i cavalli erano molto comuni per il trasporto di merci e il lavoro nei campi, ma oggi sono stati sostituiti dalle macchine e diventati rari. Il ferracavalli lavorava con attenzione per evitare calci dagli animali e aveva una bottega dove esponeva un ferro di cavallo come insegna.

Cosa rimane da questi antichi mestieri?

In questa presentazione abbiamo visto solo una piccola parte dei mestieri antichi salentini che purtroppo si stanno perdendo o si stanno perdendo nel tempo. Gli antichi mestieri del Salento rappresentano una ricchezza culturale di inestimabile valore, testimoniando un legame indissolubile tra la popolazione e il suo territorio.

Tuttavia, molti dei prodotti realizzati grazie a queste tradizioni vengono riproposti nelle mostre, fiere di paese e soprattutto nelle feste patronali, al fine di conservare e ricordare il sapere delle generazioni passate.

In città come Ostuni, Lecce, Otranto e in molti piccoli paesi del Salento, queste manifestazioni mettono in mostra l'abilità nell'artigianato e la lavorazione degli antenati del territorio, mantenendo vivo il legame con il passato e celebrando l'eredità culturale della regione.

La rievocazione di questi mestieri attraverso eventi locali, come le sagre salentine, consente alle nuove generazioni di apprezzare la ricchezza delle conoscenze e delle tecniche che hanno contraddistinto il Salento nei secoli passati, contribuendo a preservare e tramandare questo inestimabile patrimonio.

Visita il Salento e scopri questa straordinaria eredità, lasciati incantare dai racconti degli artigiani e immergiti nella loro passione per ogni mestiere.


Autore: Antonio Ottembrino


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